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SHIRDI SAI BABA RACCONTATO DA SATHYA SAI BABA | Episodio 7
Il servizio agli altri è servizio a Dio
Circa novant’anni fa, al tempo di Shirdi Sai Baba, a Nanded viveva una persona ricca di nome Wadia. Volendo egli visitare Shirdi, chiese consiglio a Das Ganu e disse che se la passava proprio bene, ma non aveva figli: «A che cosa serve tutta la mia ricchezza se non ho figli? Dato che vado a Shirdi per la prima volta, ti prego di dirmi come andarci». Nello stesso villaggio viveva un mussulmano di buon cuore che la gente chiamava Moulisaheb. Egli lavorava come facchino e conduceva una vita dura, ma esemplare, diceva parole gentili e buone a tutti e consigliava di vivere una vita ideale. Egli stesso metteva in pratica ciò che consigliava. Una volta non riuscì a trovare lavoro per molti giorni e non aveva cibo per sfamarsi, per cui divenne molto debole. Nessuno andò ad aiutarlo. Un giorno che era steso per terra, il ricco Wadia lo vide in quella condizione pietosa e, venuto a sapere che non aveva preso cibo per molti giorni, disse al proprietario di un albergo di dargli da mangiare, aggiungendo che avrebbe provveduto lui al pagamento. Moulisaheb lo ringraziò ed espresse la sua gratitudine a Dio. Egli disse: «Dio è grande ed è il rifugio del diseredato».
Dio è il vostro solo rifugio dovunque siate,
in una foresta, in cielo, in una città o in un villaggio,
in cima a una montagna o in mezzo a un mare profondo.
Dopo aver avuto le istruzioni da Das Ganu, Wadia andò a Shirdi con la moglie. Durante il darshan, Baba gli chiese di lasciare cinque rupie come dakshinâ (offerta). Essendo una persona ricca, egli subito tirò fuori il denaro dalle grandi tasche del suo lungo abito. In quel tempo, non c’era denaro cartaceo, c’erano soltanto monete e, quando Wadia porse la moneta da cinque rupie a Baba, questi disse: «Wadia, ora non ho bisogno di cinque rupie da te. Dammi soltanto una rupia e due anna, giacché mi hai già dato tre rupie e quattordici anna». Wadia non poteva capire che cosa Baba stesse dicendo e pensò: «La gente parla molto bene di Baba, ma è veramente un grand’uomo o una testa matta? Quando mai sono venuto a Shirdi prima d’ora? Questa è la prima volta che Lo vedo: come può dire di aver già ricevuto tre rupie e quattordici anna da me? Com’è possibile? Comunque ho avuto il Suo darshan». Così dicendo, offrì una rupia e due anna a Baba e ripartì per Nanded. Il giorno dopo, Das Ganu andò a trovarlo e gli chiese: «Sei andato a Shirdi, vero? Che cosa mi racconti?» Wadia non era contento dell’incontro con Baba e rispose: «Baba non mi è sembrato un grand’uomo, piuttosto una testa matta. Comunque anche in una testa matta può esserci del potere divino, ma io non Lo reputo gran che». Das Ganu gli chiese di narrare l’accaduto e Wadia disse: «Quando L’ho incontrato, Baba mi ha chiesto cinque rupie come dakshinâ, ma nel riceverle ha detto che io Gliene avevo già date tre e quattordici anna, per cui dovevo darGli solamente una rupia e due anna. Io non avevo mai visto Baba prima; come può aver detto questo?» Das Ganu era un grande devoto di Baba. Rifletté sulla faccenda e pensò: «Baba non dice niente che non abbia significato. Egli è presente dovunque e in ogni essere e, se ha detto così, deve esserci una ragione». Quindi disse a Wadia: «Ti sbagli. Possono esserci dei difetti in te, ma non possono essercene in Baba. Hai dato del denaro o fatto elemosine in questo periodo?». Al che l’altro rispose: «Mentre andavo in tonga (carrozza), tre giorni prima di andare a Shirdi, ho visto Moulisaheb giacere a terra in condizioni pietose non avendo mangiato per molti giorni, per cui ho incaricato il proprietario di un albergo di dargli del cibo che avrei poi pagato». «Quanto hai pagato?» - gli chiese Das Ganu. Wadia inviò un domestico all’albergo e venne a sapere che il conto ammontava a tre rupie e quattordici anna, al che Das Ganu gli disse: «Vedi? Queste tre rupie e quattordici anna le hai pagate solamente a Baba e a nessun altro. Chiunque tu serva, servi Baba. Niente accade senza il Suo Volere».
Sri Sathya Sai Baba, 14 Luglio 1996, Festa del Guru Pûrnimâ