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JAPA

A cosa serve la ripetizione del Nome (Japa)? La ripetizione del nome è davvero importante. Ripetere costantemente il nome di Dio conduce alla salvezza. Possiamo scegliere qualunque nome amiamo adorare nella forma del Signore. La ripetizione continua o japa, innesca nell’individuo un ricordo costante che tutto è Dio, che ogni cosa va offerta a Lui, che l’uomo è soltanto uno strumento e deve vivere nella  sua continua adorazione e compagnia. È come avere a disposizione un salvagente alla quale aggrapparsi ogni qualvolta  ne senta la necessità.

Tutti i più grandi Saggi reputano “la ripetizione del Nome” la più grande sadhana spirituale. Essa, giorno dopo giorno,  sviluppando amore e resa verso Dio, annienta l’ego e la nostra illusione.

Sai Baba afferma che  in questa era del Kali Yuga  la ripetizione del nome basta  ed è la via regia per raggiungere la liberazione finale, trasformando l’uomo in Dio.

La forma corretta per praticare japa è la seguente: OM + NOME SCELTO DI DIO.

Es. Om Sai Baba, Om Rama, Om Buddha, Om Gesù, Om Krishna etc...

Alcuni usano aggiungere NAMAH (Mi inchino), cosi la frase diventa Om Sai Baba Namah etc...

I principali nomi usati sono: Om Namah Shivaya - Om Namo Narayanaya - Om Shri Nivasaya - Hari Om - Hare Krishna - Hare Rama.

È  inoltre fondamentale per la  giusta  pratica non cambiare il nome, una volta scelto, in quanto sarebbe dannoso per la giusta sadhana . Il nome di Dio risiede nel nostro cuore e soltanto quando lo pronunceremo con amore sperimenteremo la divinità. La ripetizione non deve essere meccanica, non deve partire dalle labbra ma dal nostro cuore.

Il 22 Novembre  1970  Sathya Sai Baba  ci offre un bellissimo discorso sulla Recitazione del Nome (tratto dal volume Sathya Sai Speak Vol 10):

«Tra le domande consegnatomi alcuni chiedono quale nome adottare per la recitazione: il nome di Rama, Namashivaya dalle cinque sillabe o Om Namo Narayana di otto sillabe oppure un altro da me suggerito. Le Scritture hanno già dato una buona risposta. Dio è uno senza secondo!  Quindi potete adorarlo secondo la vostra immaginazione ed a vostro piacere, perché Egli non muta. Non cambia a seconda del nome con cui lo adorate o delle forme con cui lo raffigurate. Ci sono molti dolci con innumerevoli nomi e forme, ma lo zucchero è l’unica sostanza che li rende tutti dolci; Potete preferirne uno all’altro, benissimo, ma non condannate e non ostacolate le scelte altrui. Potete adorare Krishna, se quel nome e quella forma vi danno una gioia più grande o un emozione più forte, ma non obbiettate se un fratello adora lo stesso Dio con un nome diverso : Rama, Krishna, Shiva o qualsiasi altro; Egli ha lo stesso diritto che avete voi d’adorare Dio nella forma che più ama.

L’efficacia non risiede nel mantra, nel nome, nella forma su cui vi concentrate, risiede nel cuore, nell’anelito, nella sete!

…Quando il bambino nella culla piange e geme, la mamma che si trova nel terrazzo correrà giù per cullarlo e nutrirlo; non si fermerà per capire se il pianto è nella giusta intonazione o in chiave corretta.

Anche la Madre Divina nell’Universo discenderà per consolare  il figlio, a condizione che l’anelito provenga con sincerità  da un cuore puro. Non controllerà la correttezza della pronuncia del mantra o l’accuratezza con cui il Divino viene raffigurato. Quello che conta è il sentimento del cuore, non il tempo dedicato o il denaro speso!».

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