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SATHYA SAI BABA - BIOGRAFIA - PARTE 3

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Il ritorno a Puttaparthi | Trascorsero così tre giorni in quel giardino cantando i bhajan e il Namasankirtan (Nomi del Signore).

Arrivò un fotografo che prima di scattare una foto chiese a Baba di spostare una pietra. Lui non gli diede ascolto ma nella foto anziché la pietra comparve la statua di Sai Baba di Shirdi.

Poco dopo Sai Baba tornò a Puttaparthi. Qui Gli attribuirono anche il nome di Bala Sai ("Bala" sta per bambino, fanciullo, giovinetto). I devoti si fecero sempre più numerosi e la piccola casa non poteva più ospitare tutti coloro che giungevano fino a lì per adorarLo e quindi fu costruito un capannone e delle tende per chi arrivava da lontano.

Tutti i pellegrini godevano anche di un ristoro, grazie alla devozione dell'anziana signora Subbamma che non si risparmiò per rendere agevole il soggiorno a quanti venivano a ricevere il Darshan (che significa "visione del Divino").

Incominciò cosi l'era SAI, che sarà caratterizzata da numerosi miracoli.

 

L’Era Sai | Sai Baba asserì che i primi sedici anni della Sua vita sarebbero stati contrassegnati soprattutto dai "Lila", cioè i Giochi Divini, i successivi sei anni dai Miracoli e gli ultimi anni dalla disciplina spirituale. È sottointeso che ogni fase della Sua vita ingloba anche le altre due.

I Primi Miracoli | Sulla collina, sopra il fiume Citravati, dove Baba si riuniva con i devoti per cantare i bhajan, un albero di tamarindo si erge tutt'ora imponente. Ad esso diedero il nome di "Kalpataru", l'Albero che esaudisce i desideri.

Sai Baba era solito portare lì i Suoi devoti per far loro raccogliere una disparata varietà di frutti, mele da un ramo, mango da un altro, arance, pere e tutto ciò che desideravano. 

Come Egli stesso afferma, per Sua volontà ogni albero potrebbe diventare "un albero dei desideri".

Altre volte, quando i devoti si trovavano ai piedi del tamarindo, Baba li invitava a guardare in cielo ed ecco che tra le chiome dell'albero tutti vedevano la Sua faccia dentro dei cerchi di Luce accecante, oppure ancora venivano abbagliati dalla la stessa Luce che scaturiva dal terzo occhio - detto anche occhio di Shiva, sito al centro della fronte. Il volto di Sai Baba, spesso, appariva anche nella luna piena.

Quando si riunivano tutti nel letto del Citravati in secca per ascoltare i Divini insegnamenti del Sai, Egli si divertiva a scomparire per riapparire un attimo dopo vicino all'albero di tamarindo o sulle rocce più lontane, continuando tranquillamente il discorso. Dalle sabbie dello stesso fiume, poi, si vedeva uscire un enorme Sai Baba di Shirdi.

Una volta Egli concesse ad alcuni ragazzi universitari il Darshan della Luce, ovvero la visione del Divino sotto forma di LUCE. Erano poco più delle sette di sera quando nel cielo comparve un enorme globo di fuoco simile al sole e per i presenti fu impossibile continuare a guardare o semplicemente tenere gli occhi aperti.

In una occasione Satya legò un'altalena ad un albero di un boschetto e poi disse ai devoti di guardare in alto. Tra lo stupore di tutti i presenti si vide il Signore Krishna dondolarsi anche Lui come lo stesso Baba. Diverse furono queste Sue manifestazioni. Ad altri, per esempio, mostrò le dieci incarnazioni di Visnhu.

Un avvenimento degno di nota ebbe luogo a Bangalore. Nel gruppo dei bhajan vi era un assiduo e onorevole devoto, il grandissimo  Krishnamurti. Erano le otto del mattino e quest'ultimo avvicinandosi a Sai Baba con tono concitato esclamò:« lo so che Tu sei DIO. Mostrami la Tua vera Forma!». Baba non ha concesso quasi a nessuno questa Sublime Visione perché se non si è pronti, si potrebbe anche rischiare di morire. Il nostro corpo fisico, infatti, non preparato all'evento, non potrebbe resistere a tale Potenza, Energia e Beatitudine. Egli cercò di dissuaderlo da questa idea, ma senza alcun risultato. Vedendo l'ardente desiderio dell'uomo, Satya materializzò una fotografia di Sai Baba di Shirdi dicendogli di meditare su di Essa in modo da ricevere il Sublime Dono. Tre ore più tardi, Krishnamurti, lanciò un grido di gioia e svenne. Ripresi i sensi e tenendo gli occhi chiusi, inseguiva Baba dicendoGli: «Fammi toccare i Tuoi piedi». Riusciva a percepire l'esatta ubicazione di Sai Baba, pur continuando ad avere gli occhi completamente serrati. Questo stato di Gioia Suprema (Ananda) durò per diversi giorni, durante i quali Baba non si fece mai toccare perché come Egli stesso sosteneva: «Se toccherai i Miei piedi in questo stato di Beatitudine ed esaltazione, non tornerai più nel tuo corpo fisico». Sicuramente questa esperienza aveva elevato ancor di più la grande Anima di Krishnamurti permettendogli di raggiungere la completa Realizzazione del Sé, la Fusione con la nostra vera Essenza, con l'Assoluto. Noi siamo parte di Dio quindi Dio stesso.

«Il fiume si era ricongiunto al mare».

Ancora oggi diversi devoti non riescono a contenere la gioia quando parlano dei miracoli a cui hanno assistito.

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